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Quando
sono stati
scritti
i Vangeli? |
Questo
articolo è stato tratto dal sito
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1.
Datazione del
Nuovo Testamento
1a.
Il
Libro degli Atti
1b.
I
sinottici
1c.
Le
Lettere
2.
Risultati di
altri studiosi
1.
Datazione
del Nuovo Testamento
Una
domanda che di tanto in tanto viene posta dalla gente
è: "Se il Nuovo Testamento
è stato scritto così tanto tempo dopo la morte di
Cristo, come potete avere tanta fiducia nella
narrazione della Sua vita?"
Nel datare i
vangeli, la tendenza di diversi critici è di
collocarli dopo la distruzione del Tempio di
Gerusalemme (anno 70 dopo Cristo).
Spesso si sente
affermare che il Nuovo Testamento non è
altro che l'espressione dei credi delle prime
chiese 50-80 anni dopo la morte di Gesù.
Se così fosse, dovremmo constatare
l'influenza del pensiero ellenistico sul messaggio del
Nuovo Testamento.
In
realtà, le prove storiche indicano che i libri
neotestamentari furono scritti poco tempo dopo la
morte di Cristo.
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1a.
Il
Libro degli Atti
Ad esempio, il libro
degli Atti, in cui è registrata l'attività
missionaria della chiesa primitiva, fu redatto da
Luca, scrittore dell'omonimo vangelo.
Il libro degli Atti termina con l'apostolo
Paolo ancora vivente, a Roma.
Questo
libro può allora essere stato scritto prima
della morte di Paolo, dal momento che gli altri
maggiori eventi della sua vita vi sono narrati.
Alcune prove indicano
che Paolo fu messo a morte durante la
persecuzione voluta da Nerone nel 64
d.C., pertanto
è probabile che il libro degli Atti sia stato
scritto prima di quell'anno.
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1b.
I
sinottici
Il vangelo di Luca, essendo stato
scritto prima del libro degli Atti,
dallo stesso scrittore, dev'essere dunque stato
composto tra la fine del 50 e l'inizio
del 60 d. C.
La morte di Cristo ebbe
luogo intorno all'anno 30 d.C., il che porta la
data di composizione del vangelo di Luca al
massimo entro 30 anni da quegli eventi. |
La
chiesa primitiva generalmente insegnava che i primi
vangeli ad essere stati redatti erano quelli di Marco e
di Matteo, il che ci porta ancora più vicini al tempo di
Cristo.
Questo ci induce
a ritenere che i primi tre vangeli furono tutti
composti nell'arco di 20-30 anni dal tempo in cui
ebbero luogo questi eventi,
un periodo in cui gli oppositori dell'epoca erano
in vita e potevano facilmente contraddire la loro
testimonianza se non fosse stata accurata. |
1c.
Le
Lettere
Recentemente,
lo studioso J. Robinson (un noto teologo liberale) ha
evidenziato - in uno studio di 380 pagine e 1300 note
conclusive - che la datazione dei libri del Nuovo
Testamento risale a molto prima di quanto diversi
studiosi odierni pensano.
Robinson ha
dimostrato che l'intero Nuovo
Testamento può essere stato completato prima dell'anno
70 d.C., dunque nel pieno del
periodo in cui vivevano gli scrittori dei vangeli.
Le prove indicano che i
documenti furono scritti a brevissima distanza dagli
eventi.
Recentemente, un altro studioso, J.
W. Wenham, ha pubblicato uno studio dettagliato in cui
giunge alle stesse conclusioni di Robinson.
Robinson sottolinea che nel Nuovo
Testamento non vi è alcun riferimento alle
persecuzioni di Nerone nel 64 d.C., né
all'uccisione di Giacomo, il fratello di Gesù, nel 62 d.C.;
non viene neanche menzionata la rivolta dei
Giudei contro i Romani, iniziata nel 66 d.C.,
né quell'evento catastrofico che fu la
distruzione del Tempio di Gerusalemme nel 70 d. C.
Con tutta
probabilità il Nuovo Testamento è stato
completato prima del 70 d.C., forse anche prima
del 64 d. C. |
Si
consideri infatti che la caduta del Tempio di
Gerusalemme avrebbe alimentato la predica-zione
cristiana del messaggio che Gesù sostituiva il
sistema sacrificale del Tempio (cfr.
Gio-vanni 1:29, Ebrei 10:11 e segg.), e
quindi il Nuovo Testamento avrebbe sicuramente fatto
riferimento alla sua distruzione come avvenimento
passato, se si fosse già verificata al tempo della
stesura.
Dall'esame della coerenza interna, inoltre, lo
studioso Tresmontant, fa notare come, ad esempio, in Giovanni
5:2 si legge che «a Gerusalemme,
presso la porta delle Pecore, c'è [non "c'era",
verbo estin
in greco] una vasca, chiamata in ebraico
Betesda, che ha cinque portici».
Non avrebbe avuto senso dire questo se il libro
fosse stato redatto dopo la distruzione di
Gerusalemme, in quanto essa fu ridotta a un
cumulo di pietre come Gesù aveva profetizza-to
decenni prima (cfr. Marco 13:1-2).
Nello studio di Robinson, 60 pagine
e qualche centinaio di note sono dedicate alle prove
della datazione dei seguenti libri del Nuovo Testamento:
1ª Tessalonicesi: anno
45 - 50 d.C.
2ª
Tessalonicesi: anno 50 - 51
1ª
Corinzi: anno 55
1ª
Timoteo: anno 55
2ª
Corinzi: anno 56
Galati:
anno 56
Romani:
anno 57
Tito:
anno 57
Filippesi:
anno 58
Colossesi:
anno 58
Efesini:
anno 58
2ª
Timoteo: anno 58
Giacomo:
47 - 48 circa
Giuda:
61 - 62 circa
Pietro:
61-62 circa
Atti:
57-62 circa
2ª,
3ª e 1ª Giovanni: periodo 60-65
circa
1ª
Pietro: anno 65
Marco:
tra il 45-60
Matteo:
tra il 40-60+
Luca:
entro il 57-60+
Giovanni:
probab. periodo 40-65+
2.
Risultati di
altri studiosi
Tra
gli altri studiosi, anche
Carsten P. Theide identifica
e data i frammenti del
Vangelo di Marco
(7Q5)
intorno all'anno 50 d.C.,
e stabilisce per
gli altri libri una datazione
molto simile a quella risultata dagli studi di
Robinson.
Alle
stesse conclusioni sono giunti anche
C. Tresmontant, basandosi
sull'analisi del linguaggio e sulle prove
archeologiche, e successivamente
J. Carmignac,
filologo e famoso studioso di testi ebraici e dei
rotoli del Mar Morto.
Orchard
e Riley datano
Matteo al
43 d.C., mentre
Gunther Zuntz, un'autorità
internazionale sul mondo ellenico, data
Marco a non
più tardi del 40 d.C. (dunque
prima ancora di quanto sostenuto da Robinson).
K.
L. Gentry, D. Chilton, e
lo stesso
Robinson, concludono
inoltre che anche l'ultimo
dei libri neotestamentari, il libro dell'Apocalisse,
sia stato
completato prima
dell'anno 70 d. C.
La dott.ssa Eta
Linnemann, che era stata in
passata una critica negativa del Nuovo Testamento
sulla scia di Rudolf Bultmann
e Ernst Fuchs,
ha rinnegato quelle
convinzioni e ora esorta i propri lettori a "cestinare"
le sue opere precedenti;
ha scritto diversi saggi che demoliscono le posizioni
dei moderni critici.
Ella scrive:
«I
testimoni oculari (tanto quelli ostili quanto quelli
favorevoli) non scomparvero dalla scena in un lampo dopo
due decenni. Molti verosimilmente sono sopravvissuti fino
alla seconda metà degli anni 70 d. C. ...
Chi in quel periodo avrebbe osato manomettere la 'tradizione
primitiva' tanto da renderla irriconoscibile?»
Facciamo notare,
infine, che molti critici dimenticano che i
vangeli non potevano non
venire scritti immediatamente dai primi Cristiani.
Le prime comunità cristiane,
infatti, provenendo dalla "Religione del
Libro" (il Giudaismo), non potevano
ignorare la necessità di scrivere
accuratamente la storia di Gesù per confermarla
da un punto di vista autorevole (quello
apostolico), per far conoscere il messaggio
ad essi affidato da Cristo, e per proteggerlo da
false rappresentazioni ad opera di eretici, che
esistevano anche al tempo apostolico. |
Non
vi è alcun motivo di credere che solo
successivamente qualche discepolo degli apostoli
abbia raccolto gli scritti apostolici e prodotto il
Nuovo Testamento.
Gli apostoli Giovanni e
Paolo incoraggiavano i Cristiani a leggere e a diffondere
i loro scritti che già circolavano tra le chiese.
L'apostolo
Pietro scrisse: «So che
presto dovrò lasciare questa mia tenda, come il
Signore nostro Gesù Cristo mi ha fatto sapere. Ma mi
impegnerò affinché dopo la mia partenza abbiate
sempre modo di ricordarvi di queste cose. Infatti vi
abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del
nostro Signore Gesù Cristo, non perché siamo andati
dietro a favole abilmente inventate, ma perché siamo
stati testimoni oculari della sua maestà» (2ª Pietro 1:14-16).
Più
avanti nella stessa epistola, egli convalida l'opera
di Paolo e ne conferma l'uso come
Scrittura canonica da parte della chiesa
cristiana: «...
come anche il nostro caro fratello Paolo vi ha
scritto, secondo la sapienza che gli è stata data; e
questo egli fa in tutte le sue lettere, in cui tratta
di questi argomenti. In esse ci sono alcune cose
difficili a capirsi, che gli uomini ignoranti e
instabili travisano a loro perdizione come anche le
altre Scritture» (2ª Pietro 3:15,16).
Possiamo pertanto
concludere che anche dal punto di vista storico la
descrizione di Gesù Cristo offerta dai testimoni oculari
che hanno scritto i vangeli è affidabile. E noi
cristiani abbiamo constatato la verità delle parole del
Nuovo Testamento e riconosciamo con l'apostolo che «queste
cose sono state scritte affinché crediate che Gesù è
il Cristo il Figlio di Dio e affinché, credendo, abbiate
vita nel Suo Nome» (Giovanni 20:31).
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